Temo di essere troppo umorale e poco obiettivo nell'esprimere considerazioni  che sono quasi giudizi di volta in volta definitivi sui nostri calciatori dopo una buona prestazione per poi rimangiarmi tutto quando non si ripete la settimana successiva. Questo tipo di comportamento è molto da tifoso tutto cuore e amore e stride con l'atteggiamento spassionato e neutrale che dovrei tenere quando tento di essere professionalmente critico. Tutto questo per parlarvi di Cerci dopo dodici turni di campionato, in un punto della stagione cioè in cui si può fare un primo bilancio. Da asserzioni tipo "forse quello di Cerci  è un acquisto inutile" a "la condizione atletica è inadeguata" e così via fino a capovolgere il parere sulle sue prestazioni dopo Atalanta e Bologna. Penso invece che l'esterno mancino meriti considerazioni più attente e misurate di queste ma soprattutto valutazioni non influenzate da una prestazione piuttosto che un'altra. Si tratta infatti di un giocatore estroso e attaccante come impostazione per cui nei ripiegamenti ci mette l'impegno di chi è professionista ma non lo ha nel suo dna.  
I compiti, nel calcio moderno, non sono più così netti e distinti come quando si giocava a uomo quindi non esistono più difensorii e attaccanti puri ma la partecipazione all'azione risulta comunque in qualche modo pur sempre proporzionale alle attitudini dei giocatori che scendono in campo. Si deve pertanto considerare la propensione alla fase difensiva di un attaccante quasi come una forzatura alla sua naturale mentalità di giocatore. Le caratteristiche del nostro Alessio  vengono esaltate quando tutta la squadra assume un atteggiamento offensivo e da' una copertura più vicina agli attaccanti. Allora la sua incredibile velocità e i suoi cambi di direzione creano scompiglio sulla fascia dove lui è abile come pochi a riaggiungere il fondo. Quando il pallino è nelle mani degli avversari perde il settanta per cento delle sue potenzialità perchè, come dicevamo, la capacità di posizionarsi a difendere è quella di un attaccante e il fisico da scattista non lo aiuta nella protezione della palla riconquistata. Il calcio attuale si basa su regole poco elastiche che non prevedono lo scollamento fra i reparti quindi una squadra si difende bene in undici dietro la linea della palla e attacca bene quando c'è la partecipazione di tutti a sostegno di chi deve concludere il lavoro del gruppo. Cerci ha preso pessimi voti dopo le partite mal disputate da tutta la squadra ma ha dato il meglio quando il meccanismo di gioco ha funzionato ed allora si è vinto. Un'ultima considerazione va fatta nel constatare che la porta di Gillet, nonostante le tre sberle ricevute dal Parma, è la quarta meno battuta con la prima a pochissime lunghezze. Significa anche questo che tutto sommato i nostri esterni non si sono comportati malaccio nella fase di copertura.

Fulvio