Mio nonno portava mio padre al Filadelfia
e, come la canzone, mio padre mi portava sempre al Comunale.
Leggenda: “narrazione di un fatto, di argomento religioso, eroico o
cavalleresco, in cui entrino molti elementi fantastici”, questa è la
definizione del Vocabolario della lingua Italiana; in questa narrazione non ci
sono fatti fantastici ma reali, anzi diciamo che ci sono fatti surreali, perché
IL GRANDE TORINO era un gruppo di UOMINI NON COMUNI, sul campo e fuori. Eroi di
uno sport che ha perso totalmente il senso etimologico della parola, etico e
morale; invaso da nuvole di personaggi
viscidi, bramosi di denaro, corruttori che con questo gioco non avrebbero nulla
a che spartire; ma, che in realtà,
stanno conducendo questo sport allo sbando sui binari della corruzione e della
cupidigia.
Nessuna
squadra al mondo ha mai rappresentato per il calcio tutto quello che è
riuscito al GRANDE TORINO; ripeto NESSUNA
(scusate il maiuscolo, ma è doveroso).
Correva l’anno 1945, la guerra era finita,
il nostro Paese sconfitto era un cumulo di macerie, nessuno voleva credere in
Noi; e, invece, proprio grazie allo
sport……..insieme ai Miti del ciclismo Coppi & Bartali, alla Ferrari
(quella di Enzo per intenderci!!) e al GRANDE TORINO abbiamo potuto
offrire alla Comunità Internazionale quella credibilità per ricevere aiuti
atti alla ricostruzione dell’italia.
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Una
dicitura dell’epoca riassume quanto sopra: “Proprio perché essendo un gioco
di squadra ha dimostrava a tutti come un popolo di individualisti sapessero
far fronte comune per dare vita al più bel complesso di calcio mai visto e
mai più comparso su un campo di calcio”
Quelli di Venaria, il Real di Puskas, il Santos, la grande Honved, l'Inter di Moratti padre, l'Ajax di Cruijf, il Milan del trio Olandese e del mago Sacchi, il Barca si Messi sono stati esempi tecnici di alta scuola pallonara, però NESSUNO HA MAI EGUAGLIATO E MAI LO FARA’ IL GRANDE TORINO: SIAMO LA LEGGENDA MONDIALE DEL CALCIO, ORA E SEMPRE!!
UNA SQUADRA EPICA per i suoi tempi, con un gioco spumeggiante e una
capacità di reazione invidiabile; i racconti che mi porto nel cuore sono di
una compagine che con un solo sguardo, con uno squillo di tromba, con il
gesto di Valentino Mazzola del rimbocco delle maniche, riusciva in un amen a
ribaltare la situazione in campo vincendo frantumando agonisticamente gli
avversari.
Valentino
Mazzola, VALENTIN IL CAPITANO dei CAPITANI (colui che ha dato fede ai
Ferrini, a Asta, a Cravero, a Brevi e ultimo ma solo per crologia a Bianchi) l’uomo
che il grande Ferruccio Novo prese per farne il perno umano, di una squadra
composta da talenti puri, da uomini che arrotavano lo splendido manto erboso
del Fila (ancora adesso distrutto, rimane uno dei pochi campi decenti) con
passione, con grinta, con amore verso questi colori oggi calpestati,
disonorati da personaggi arroganti, presuntuosi e amanti del protagonismo che
nulla hanno a che spartire con il VERO SENSO D’APPARTENZA A QUESTA MAGLIA, A
QUESTI COLORI, AL NOSTRO SIMBOLO.
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BACICALUPO, BALLARIN, MAROSO, GREZAR,
RIGAMONTI, CASTIGLIANO, MENTI, LOIK, GABETTO, MAZZOLA, OSSOLA; solo a scrivere
questa formazione mi vengono i brividi, pensate quando lo speaker del FILA
comunicava le formazioni, che emozione, che phatos ; immaginate quelle casacche
Granata che uscivano dal tunnel degli spogliatoi, la folla urlante che gridava
all’unisodo TORO, TORO, TORO, TORO; ma, quello era una forza della natura.
Certo qualcuno potrà obiettare che sono stati unici e che mai più ritorneranno,
ma il Toro dello scudetto ’76, dei Sergio Rossi, dei Borsano con la finale UEFA
e la vittoria in Coppa Italia a Roma contro tutto e tutti, ma non
solo……..pensate solo al Toro della promozione post fallimento con i Brevi,
Nicola, Muzzi, Ardito, Fantini, ect., non erano fenomeni però mangiavano erba e
Toro, giocavano con il Cuore, con la passione, con ONORE perché avevano
compreso quel’è lo spirito che aleggia in tutti i cuori dei veri tifosi
GENETICAMENTE GRANATA, il cui DNA è particolare e non mutabile. Questo pretendiamo, non vogliamo la Luna, non chiediamo scudetti
o partecipazioni a competizioni Internazionali (anche se……capitasse!!),
vogliamo una dirigenza che si identifichi nei nostri valori, un allenatore che
esprima grinta e umile nell’ammettere i propri errori e che non starnazzi con
commenti sempre uguali e senza senso, giocatori anche non dotati tecnicamente
ma che sopperiscano con la grinta, con la volontà, con l’onore e, soprattutto, con
l’entusiasmo e la passione di vestire una maglia gloriosa come la nostra
ricordando che NOI SIAMO STATI, SIAMO E SEMPRE SAREMO LA LEGGENDA DEL CALCIO.
Come ho già scritto in spezzoni a commento
di vari articoli sui siti Web, su Facebook o su Twitter; con la dipartita
sportiva dell’ultimo dei giocatori simbolo D.O.C. BIANCHI il CAPITANO, l’uomo
che battendosi il pugno sul Cuore sprizzava un granatismo coinvolgente e
trascinante, umiliato da una dirigenza indegna, da un allenatore falso e
pretestuoso, da un Direttore sportivo che dovrebbe che calpesta la nostra
dignità di tifosi e la nostra storia; un trio che dovrebbe vergognarsi e avere
l’umiltà di comprendere cosa vuol dire ESSERE GRANATA, IL SENSO D’APPARTENZA A
UNA MAGLIA, AI COLORI, AI RICORDI, ALLA STORIA, LA FEDE (in senso laico) E IL
CUORE OLTRE L’OSTACOLO DELLE AVVERSITA’, DELLE TRAGEDIE, DEGLI ABUSI DI
PALAZZO.
Sig. Editore, Sig. Lacché e Sig. Lampadato vi chiedo a nome di TUTTI i
veri Tifosi GRANTA di comprendere questo altrimenti non ci sarà futuro e sarete
ricordati come coloro che sono riusciti a farci scomparire dal panorama
calcistico; ma una cosa non riuscirete mai a cancellare che: NOI
SIAMO LEGGENDA.
TESTA Domenico
Mail ricevuta e pubblicata con ORGOGLIO!
GRAZIE DOMENICO!
Lo STAFF di Cultura Granata