Finita! Una stagione che nelle promesse d’estate avrebbe
dovuto dare ai tifosi del Toro grandi soddisfazioni è finita fra ansie e vera e
propria paura (match con il Genoa). Basta! Abbiamo detto e scritto tutto quel
che si doveva dire e scrivere , ma adesso, per l’ennesima volta, si accantonino
i malumori e si guardi al prossimo campionato che fortunatamente sarà nelle
massima categoria. La parola torna in mano a Petrachi, ma la leva che dovrà far
lievitare le ambizioni del Toro rimane il portafoglio di Cairo. Bianchi se ne
andrà ed è meglio così per lui che per caratteristiche tecniche non è
compatibile con il credo calcistico del Mister che a sua volta sarà sollevato
dal continuo disagio creato dalla critica e dai tifosi dell’ormai ex capitano e
sarà più libero nelle scelte. L’obiettivo è sempre il solito: il salto di
qualità. Per questo motivo il presidente dovrà compiere i dovuti passi per
indirizzare questa società coperta da una gloria impolverata e sommersa dalle
ragnatele del tempo, verso una posizione di rispetto e circondata dalle
attenzioni degli avversari. Credo che costruire un Torino competitivo sia la
garanzia assoluta necessaria per trattenere i nostri gioielli. Solo approntando
una compagine forte e equilibrata si potrà convincere Cerci a fare una scelta
importante per lui e il Toro. Ogbonna potrà essere il capitano della rinascita
se si vedrà assecondato da alcuni giocatori di buon livello. Un’ottima quanto
azzardata idea potrebbe essere quella di fare un cambio di prestiti con una
squadra ambiziosa in modo da dare ad Ogbonna l’esperienza internazionale che il
palcoscenico europeo e poi quello dei mondiali in Brasile possa essere
utilizzato al rientro in un Torino che si sarà aggiudicato un posto in Europa
l’anno prossimo. Fantacalcio? Credo che potrebbe essere un’ottima idea per gestire
al meglio un campione. Garantirebbe, una soluzione del genere, di mantenere il
cartellino di Ogbonna per poi, nella sciagurata eventualità di non
classificarci per un posto in Europe League l’anno prossimo, riuscire a
venderlo a cifre prestigiose. Una cosa è certa e cioè se la campagna acquisti
partirà a rilento per concludersi solo dopo il ritiro estivo il segnale sarà
inequivocabilmente lo stesso degli ultimi otto anni: quello di una dirigenza
che continua a non far tesoro dei tanti insegnamenti trasmessi da un mercato
sempre fatto al ribasso seppur dispendioso.
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