Una settimana di incertezza quella
che stiamo vivendo dopo che sabato il Sassuolo, approffittando del
pareggio nostro con il Cittadella, ha colmato lo svantaggio che aveva
accumulato nei nostri confronti. Con un atteggiamento tipico di noi
torinisti, da troppo tempo abituati a vivere quasi sempre momenti
negativi, cosa che ci ha indotto a vedere il bicchiere sempre mezzo
vuoto, siamo sull'orlo di una crisi di nervi. Sarebbe stato troppo
normale vivere una stagione al riparo da sofferenze, dubbi, rodimenti di
fegato e tensioni varie. Questo è il Toro, amici, e noi siamo i tifosi
che si merita. Tutti noi conosciamo il travagliato percorso del nostro
passato e quello grigio del presente mentre per il futuro siamo
preparati a gioire da pazzi per un'eventuale buona riuscita (giuro che
non parlerò mai più di promozione finchè non avverrà) per poi ripiombare
nell'angoscia per un campionato disputato con la spada di Damocle della
retrocessione sulla testa. E' evidente che le casse del Torino FC sono
tutt'altro che ricche e di questo dobbiamo farcene una
ragione permanente. Non possiamo ad ogni campagna acquisti partire con
obbiettivi dettati dalla speranza che crea illusioni, per poi vedere
questa svanire perchè i giocatori inseguiti a parole li
vediamo addirittura approdare ad altre società concorrenti o comunque
meno blasonate della nostra. E' inutile e dannoso puntare su Carrozza,
Cerci o Fabbrini e poi riiegare su quell' Alvarez ormai ultratrentenne
esterno che si allenava con noi a Giaveno. Parlare di Mantovani per poi
stare ad aspettare un cero Masiello che da tempo immemore non disuta una
partita ufficiale. Cairo è un presidente che mette molto del suo nel
Torino, è indubbio, anche perchè nessun altro di adeguato c'è
all'orrizzonte quindi dobbiamo rispettare il suo ruolo di proprietario
del Torino però, a parer mio, la predisposizione a cadere in certi
errori a volte è irritante. Dice di aver capito che nel passato ha
sbagliato a voler accentrare su di sè ogni decisione riguardante il
Torino FC ma continua su questa strada nominando Comi Direttore
Generale, una carica importantissima in una società di calcio ad una
persona validissima in altri campi ma priva di quel carisma necessario
per svolger un ruolo di assoluta responsabilità. Comi, certamente in
quel ruolo, non rappresenta un interlocutore difficile per un Presidente
come il nostro. A noi serviva un DG in grado di convincere' con la
dovuta diplomazia supportata dall'autorevolezza, l'allenatore che non si
possono spendere altri soldi per una punta per quanto apprezzata dal
tecnico, disponendo di attaccanti super come i nostri ma che i gol
arrivano se il gioco, che nasce da dietro, lo prepara con assiduità e
creatività. La crisi di gol di un attaccante ci sta durante ogni
campionato, ma noi abbiamo segnato a fatica pochi gol anche quando
Bianchi realizzava molto regalandoci punti importanti. Abbiamo una punta
rapida, tecnica e mobile come Antenucci da affiancare al capitano e non
importa se i due sembrano poco compatibili fra di loro , hanno
caratteristiche talmente diverse l'uno dall'altro che diventano
complementari nel senso che possono essere lo sbocco finale di giocate
alternative e proprio per questo imprevedibili. Perchè allora non
concentrare le risorse per arrivare a quei due esterni di sinistra di
cui si avverte sempre iù la mancanza. Parisi, lo sappiamo tutti, è
dotato di quel mestiere che è sempre utile nell'arco di un campionato,
ma non ha più quella corsa che gli permetterebbe di arrivare sul fondo a
crossare all'indietro quelle palle che sono delizie per gli attaccanti e
frustate per i difensori. Antenucci, abilissimo negli smarcamenti, dal
canto suo avrebbe bisogno di quei palloni che solo rarissimamente Iori,
preso com'è a contenere e far ripartire, è in grado di fornire (vedi le
due magnifiche palle date a Mirko in occasione di un gol, non ricordo
contro chi, e nell'occasionissima sprecata sabato da un Antenucci forse
sulle ginocchia per lo sbattersi sulla fascia degli ultimi venti
minuti). Il mercato è ancora lungo e staremo a vedere se mi dovrò
ricredere. Mi auguro di sbagliare clamorosamente ma se le cose rimangono
così e considerando che con Guberti non bisogna aver fretta anche se ce
n'è, ma sarà sempre iù difficile sorprendere nel gioco i nostri
avversari che a me sembra ci abbiano decodificato tutti ormai. Sabato a
Varese con tanta voglia di rirendere la marcia anche con l'aiuto del
nostro apoggio di supportes innamorati di quell'idea-squadra che è il
TORO.
Fulvio
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