Vorrei invertire l’ordine degli
argomenti espressi nel titolo e partire dalle altre cose se non vi
dispiace.
Abbiamo disputato diciassette delle
diciannove giornate previste dal calendario e siamo qui a leccarci le
ferite come ci capita da tempo immemorabile: senza sorrisi e senza
fiducia nel girone di ritorno. Sì, come sempre nei momenti più bui,
il pessimismo cosmico dei tifosi granata prende il sopravvento;
quindi per sopravvivere bisogna recuperare fiducia ed energie
positive dal profondo del barile dove teniamo le riserve, anche se
queste ormai sono state devastate da anni e anni di digiuno di gioie
e soddisfazioni. Cominciamo a dire che se Ventura riesce a tenere
salde le redini nello spogliatoio, questa squadra potrà rimanere in
serie A facendo leva sull’organizzazione di gioco ormai mandata a
memoria da tutti i componenti l’organico e credetemi, avere una
valida organizzazione di gioco è tanta roba per chi lotta sul fondo.
Il nostro gioco, piaccia o no (a me non piace ad esempio ma non sono
io un professionista con la responsabilità tecnica del Toro) , è
quello che fino al match con la Roma, finito nel momento in cui il
mitico Calvarese ha deciso di assestare un bel fendente alle speranze
dei granata di portare a casa un punto prezioso, ci aveva garantito
una eccellente difesa ed una classifica non buona ma accettabile. Poi
il calendario in salita, gli arbitri che ci hanno negato un meritato
successo con la Fiorentina e il morale in fondo ai tacchi ci hanno
messo con le spalle al muro. Le note positive sono poche ma a queste
dobbiamo aggrapparci oggi come oggi e una di queste è senz’altro
data da Bianchi, il capitano, bomber poco rispettato dalla dirigenza,
anche se sono convinto che l’atteggiamento poco simpatico nei suoi
confronti faccia parte della strategia, tipicamente mandrina, di
Cairo per risparmiare spiccioli e tempo nel prolungamento del
contratto. Rolly ha ripreso a segnare mentre di lottare non ha mai
smesso e questo la dice lunga sulla qualità del suo carattere e
sulla disponibilità del giocatore a battersi per il Toro anche in
posizione di precarietà come l’attuale senza voler offendere i
lavoratori precari con i quali i calciatori non possono essere certo
paragonati. Per carità stiamo parlando di calcio e di milionari del
pallone, ma in uno sport ,dove il morale e la condizione psicologica
dell’atleta conta moltissimo, il rendimento del capitano è da
elogiare. Sto aprendo i cassetti dei miei pensieri cercando di
trovare qualche altro motivo per riaccendere l’ottimismo. Li trovo
tutti vuoti. Anzi dentro uno c’è Ogbonna fuori dal campo per
parecchie partite, in un altro ci sono giocatori che hanno deluso o
si sono persi come Sansone (da recuperare assolutamente) e Cerci, in
un altro c’è la convinzione che le decisioni arbitrali nei nostri
confronti sono state dubbie, per essere teneri e lo saranno ancora e
così via.
Meggiorini:. Premesso che lo stesso
Bianchi di cui ho parlato bene qualche riga più su tecnicamente è
da sei scarso anzi da 5/6 come usavano ai miei tempi i professori per
farti capire che il bicchiere del sei era mezzo vuoto e quello del
cinque mezzo pieno, Meggiorini in quanto a carattere e tenacia non è
certo da meno del capitano. Rispetto a Rolandinho ha una tecnica da
cinque e una capacità realizzativa decisamente inferiore, ma
possiede in più un fisico più agile per cui riesce meglio nella
fase di pressing . In poche parole un giocatore utilissimo al tecnico
di Genova. In un modulo meno sbilanciato del nostro, gli sarebbero
richiesti meno ripiegamenti e più presenza in avanti. Purtroppo in
pratica deve svolgere il ruolo di seconda punta, per intenderci
quella che va a cercarsi gli spazi dietro al bomber e a sua volta
glieli apre e quello di primo a pressare sull’organizzatore di
gioco avversario. Richieste onerose per molti mentre appaiono
eccessive per un pur valido e disponibile calciatore con le
caratteristiche del nostro. Non mi sento quindi di giudicare
Meggiorini negativamente in relazione al fatto che il suo impegno in
partita è sempre massimo e se mettiamo ostacoli al gioco altrui, è
anche merito suo. A sostegno di questo vorrei ricordare che nei primi
venti minuti del derby la partita era tutta da giocare e la … non
ci capiva molto proprio perché il lavoro di disturbo continuo di
Meggiorini su Pirlo rendeva il pensatore bianconero della squadra di
Venaria quasi nullo e nello stesso periodo di tempo la miglior palla
gol del Toro se l’è procurata proprio lui. Che poi invece che con l’esterno piede avesse dovuto
tentare il pallonetto su Buffon con l’interno per metterla in gol è
un discorso di lana caprina che lascio ad altri, a me interessa solo
difendere, nel limite delle sue qualità, la buona partecipazione di
Meggiorini al gioco del Toro.
Fulvio
Nessun commento:
Posta un commento