Due granata sono entrati a far parte del giro della
nazionale: fantastico! Potrebbe essere l’inizio di una nuova felice stagione
per una squadra che tanto ha dato e poco o
niente ha ricevuto dalla buona sorte. Non è così, purtroppo. La buona
sorte porterà fama, successo sottoforma di denaro e carriera solo ai due
probabili futuri azzurri cioè Ogbonna, nato cresciuto e affermatosi con una
maglia tanto amata dai suoi tifosi e altrettanto strapazzata da chi non la ama
e Cerci, rigenerato calciatore di livello, dopo stagioni incolori se non
addirittura disastrose, proprio dal Torino. I loro procuratori, infatti, sono
già attivissimi per trovare società ricche, quindi con un appeal portato in
dote da scudetti, Champions league, palcoscenici importanti, che possano dare
ai loro assistiti e a se stessi vantaggi economici e popolarità e successo che
il povero Toro non è in grado di assicurare loro. Come dar loro torto? Che cosa
si può fare per veder cambiare una realtà che porterà a spaccare in due il
mondo del calcio? Da una parte il campionato dei super ricchi, vale a dire gli sceicchi arabi
e i petrolieri e faccendieri (?!?) russi che si possono permettere di
subentrare ai ricchi che non ce la fanno più a sostenere i costi di un mostro
che loro hanno creato e, dall’altra parte, i campionati nazionali dei poveri
che potranno sopravvivere facendo da allevatori di campioni destinati ad
arricchire le rose di quegli squadroni. Così questi club non dovranno più
sostenere le spese di gestione dei vivai in quanto attingeranno dai serbatoi di
società inadeguate per traguardi prestigiosi. Non esisteranno più calciatori
come Riva che rifiutò tutte le proposte allettanti di prestigiosi club per
vincere uno scudetto storico nella città che lo aveva incoronato re, o come
Bulgarelli che volle restare a Bologna tutta la vita per cogliere un unico
scudetto da sogno con i colori rossoblu o come Giorgio Ferrini fortemente
voluto dai club milanesi ma che scelse di rimanere in un Torino che non avrebbe
mai vinto nulla finché non smise. Centinaia di casi simili potrei citare
andando a spulciare fra i nomi degli almanacchi di un calcio scomparso che
viveva di valori ormai desueti. Da quando i padroni delle televisioni hanno
deciso di trasformare un fenomeno popolare e sportivo come il calcio in un
business miliardario e invasivo è tramontata un’epoca romantica e passionale
per far posto ad un succedersi di eventi assordanti e fagocitanti che trasudano
denaro e imbrogli (scommesse truffaldine). Inserendo a poco a poco talenti come
Claudio Sala, Ciccio Graziani, Luciano Castellini e alla fine Eraldo Pecci e
Pat Sala in una squadra la cui ossatura era formata da prodotti del vivaio come
Mozzini, Zaccarelli e Pulici si giunse ad uno scudetto inenarrabile: non
succederà mai più su queste basi! L’unica possibilità può essere che un
plurimiliardario, talmente scemo come noi da innamorarsi della storia di questa
società senza fortuna, venga e acquisti quei sette o otto top players che
servono per salire di livello. Forse sono un perdente romanticone ma non amerò
mai un Toro simile, tanto valeva diventare
tifoso di chi gioca nei pressi di Venaria.
Fulvio.
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