Ieri sera nel confronto con il Brescia, squadra giovane ma
preparata e disposta ottimamente in campo, abbiamo riscontrato alcuni aspetti
positivi che ci fanno sapere che al momento la coesione e la disponibilità dei
nostri giocatori sono un dato di fatto ma molto c’è da correggere a parer
mio per sottrarre il nostro gioco alle trappole tattiche degli avversari. È chiaro
che riusciremo a prevalere contro chi si disporrà come noi. La spunteremo anche,
pur lottando con il coltello fra i denti e buttando nella mischia per l’assalto
finale tutte le bocche da fuoco disponibili come succede spesso, contro chi,
affrontandoci con sistemi di gioco adeguati, non avrà la qualità tecnica e
fisica per contrastarci fino all’ultimo minuto compreso il recupero. Ma è
necessario avere un modulo più flessibile; un modulo che sappia fronteggiare le
situazioni di gioco che vengono innescate dal fantasista che posizionandosi fra
la linea dei centrocampisti e le punte crea,palla a terra, pericolo perché si
ritaglia quella libertà necessaria per far male alla difesa avversaria. Potrebbe
essere il marcamento stretto su questa mina vagante l’antidoto. Con questa
disposizione inoltre sono tenuti in copertura attenta i laterali bassi
ottenendo così due effetti positivi e cioè contrasto efficace sugli esterni
avversari e liberazione in avanti sulle fasce di spazi dove si possono lanciare
a turno il trequartista, una delle punte o un mediano Così non si danno
riferimenti . Se vogliamo ieri sera oltre al palo scheggiato dal Brescia, il
quasi rigore non sanzionato dall’arbitro (forse condizionato dallo
scrupolo di non aver ammonito e quindi espulso Berardi già punito con il giallo
pochi minuti prima) ci sono state alcune limpide azioni mal sfruttate dai
nostri avversari. Di contro Bianchi, che sappiamo necessita di essere rifornito
in quanto non dispone dello spunto personale, ed Ebagua non hanno avuto una
palla degna di essere etichettata come palla-gol.
Parlerei anche dei singoli ma non per addossare loro colpe perché
ritengo che un calciatore rende se viene impiegato nel modo più naturale
rispetto alle sue caratteristiche, ma per cercare di capire dove sono alcuni
difetti da correggere.
I nostri giovani esterni sono bravi ma data la loro poca
esperienza sono portati a usare più gambe e cuore che testa per cui direi che
andranno inseriti con i tempi dovuti senza caricarli di responsabilità troppo
grandi. Dei centrali che non riescono (secondo me perché è difficilissimo)
svolgere il doppio ruolo di intercettatori e proponitori soprattutto quando si
trovano di fronte anche un trequartista fastidioso, ne abbiamo già parlato. Il punto
debole pare essere e solo per ragioni legate all’anagrafe dei nostri
laterali bassi di sinistra, la doppia fase difensiva ed offensiva degli stessi.
Ho contato ieri sera quattro cross stoppati sul nascere dall’avversario
che ha avuto il tempo di opporsi leggendo il movimento ritardato di Parisi. L’ultratrentenne
mancino è un fior di professionista adatto a supplire eventuali assenze del
titolare che in quel ruolo deve essere un giovane dotato di grande corsa e rapidità
che gli permettano di fare su e giù lungo la linea laterale per un’ora
almeno. Idea ardita: provassimo in quel ruolo Ogbonna? Ha tecnica, corsa e
tutto ciò che serve.
Con la
Nocerina si vince ragazzi!
Fulvio
E le ombre?
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