Queste sono le parole con cui il
nostro Asta ha sottolineato la magnifica vittoria ottenuta agli ottavi
di Viareggio contro una frastornata formazione genoana dai suoi
ragazzi. Ragazzi e niente più, ricordiamocelo. C'erano diversi '94 e
anche un certo Aramu che è del '95 e questo non fa che accrescere il
valore del risultato. Ci mancava Diop, un talento che, se manterrà le
promesse, sarà un altro fiore all'occhiello di questa nostra travagliata
ma amatissima società. Abbiamo domato un avversario che si era permesso
di umiliare con un 7 a 0 questi colori dietro i quali pulsano cuori da
tutte le parti d'Italia, insistendo ad infierire contro una squadra che
ormai era rassegnata. Abbiamo dominato mettendo in mostra talenti e
talentini come il geometrico Milani o il generosissimo capitan Panepinto
o il mai domo Gatto, capace di portare palla fino al novantesimo da
porta a porta dopo una partita giocata senza risparmiarsi mai. L'unica
speranza è che i vari osservatori presenti allo stadio in sintetico di
La Spezia, non mettano gli occhi su ragazzi come Chiosa, ci mancherà ai
quarti, Fiore, Isoardi e Ropolo tentandoli come è stato fatto con
Benedetti o Comi. Coriaceo e fisicamente già pronto per iniziare a
proporsi al calcio maggiorenne Pinelli che si è guadagnato sul finire
del match, dopo cento battaglie, coni un guizzo imperioso, un rigore
che, da lui stesso realizzato, ha messo fine alle speranze dell'undici
di Mr Novelli. Discorso a parte per i due trequartisti Barbosa Da Silva e
Aramu. Sono giovanissimi, ricchi di talento, ma già protagonisti con
una rete (Aramu) e giocate importanti che con un po' di fortuna
sarebbero sfociate in gol (Barbosa). Gomis non si può giudicare perchè,
salvato dalla traversa nell'unica occasione concessa ai rossoblu da
Chiosa e compagni, è stato chiamato a sbrigare normali situazioni con
indice di pericolosità bassissimo. Bene ragazzi, ai quarti ce la
giochiamo, comunque vada abbiamo ricordato che il Toro continua ad
esistere, che ci siamo e ci saremo sempre con la nostra scuola che per
il calcio italiano ha scritto pagine importanti che sono là a
testimoniare la nostra vitalità. Anche in questi anni oscuri per noi,
non dobbiamo dimenticare che abbiamo continuato a dare giocatori alla
nazionale cresciuti nella nostra primavera e arrivati alla massima serie
con la maglia granata come Marchetti, Quagliarella, Balzaretti e,
dulcis in fundo, quell'Ogbonna per il quale non si sa più quale
aggettivo usare. Un "grazie ragazzi" urlato da tutti noi che può suonare
rindondante di retorica ma è solo perchè quando c'è di mezzo l'amore
sembra tutto amplificato esageratamente ma l'amore così.
Fulvio
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