TORINO - Gianluca Petrachi, il Toro vale, vola, frantuma record. Quali sono i pericoli da arginare?
«In ognuno di noi, specie in chi è al Toro da qualche anno, c’è una
spia sempre accesa: e questa lucetta dice “stai attento, sii prudente”.
La storia ci ha insegnato molto, quindi godiamoci il presente senza
superficialità e senza presunzione».
Senza
superficialità, bisogna dirlo: se Cairo è stato bravo a non cedere
Ogbonna ad agosto, a gennaio dovrà essere bravissimo.
«Non
abbiamo né la paura, né l’intenzione di stravolgere la squadra a
gennaio: questi siamo e questi resteremo. E poi anche Ogbonna ha già
annunciato di non aver alcuna intenzione di scendere dal Toro in
corsa: quindi sino a giugno sarà sicuramente con noi».
E poi?
«E poi vedremo. Un passo alla volta».
A
Bianchi, in modo diretto o con giri di parole, è sempre stato
imputato di segnare gol inutili per il Toro. E’ la stagione della
svolta?
«E’ quel che tutti vogliamo: Rolando in
primis. Se quest’anno segnerà solo 18 gol, ma la squadra andrà in A,
il primo a essere felice sarà proprio lui».
Lo disse già Ventura a Sappada, a luglio.
«Vero:
questa fu una delle primissime lezioni dell’allenatore alla squadra.
Quel che conta è l’interesse generale, non il bene particolare. Del
resto, questo si riverbera nel credo calcistico del nostro allenatore:
si gioca l’uno con l’altro, l’uno per l’altro».
A lei non piace, ma parliamo ancora di individualità. Questo Iori è insostituibile...
«Per
noi non è una sorpresa, difatti era una primissima scelta nell’elenco
dei quattro centrocampisti che volevamo prendere. Oggi, e giustamente,
si celebra Iori. Tra poco si riparlerà di Vives, e molto presto
torneremo ad apprezzare pure De Feudis».
Non faccia il democristiano...
«Macché
democristiano, è la verità e ve lo dimostro, in questo Toro sono
tutti protagonisti. Prendete Suciu: dopo sei tribune consecutive,
Ventura lo ha schierato tra i titolari a Marassi e lui ha subito
lasciato il segno».
Anche Basha sta profittando
della fiducia che giustamente l’allenatore gli concede. E questa è
anche una vittoria di Petrachi: lei si è molto prodigato per portare
il mediano al Toro.
«L’avrei voluto già un anno
fa, lo conosco molto bene, anche sotto il profilo caratteriale. Sono
contento per lui, ma l’orgoglio più grande di un ds è che tutti siano
molto utili alla causa ».
Pubblicato da: Tuttosport
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