martedì 26 febbraio 2013

Toro al Luna Park...



 
Avete fatto caso che ogni volta che si presenta l’occasione di fare il famigerato salto di qualità il Toro  cade? Una specie di Montagne Russe. Un continuo saliscendi che prima infiamma e poi  deprime i suoi tifosi con un‘altalena di emozioni che mette a dura prova la pazienza di chi da lustri, decenni, oserei dire secoli, non aspetta altro di festeggiare un periodo felice del proprio amato Toro senza temere di ripiombare nello sconforto subito dopo aver assaporato il piacere di una vittoria sofferta ma liberatoria come quella contro l’Atalanta. A proposito dei bergamaschi atalantini sembrerebbe un beffardo scherzo della sorte, il ripetersi di situazioni identiche quando sul nostro cammino si ripresentano i nerazzurri. All’andata ci ubriacammo di gol (ricordate quell’incredibile  5a1 inflitto agli uomini di Colantuono a Bergamo?) e la stampa e gli opinionisti televisivi ci colmarono di elogi e prospettarono un grande campionato per i granata. Anche il nostro Mister pensò che fosse giunto il momento di cominciare a vedere di alzare l’asticella e provare a pensare più in grande. Purtroppo la domenica successiva ci toccò di rimettere i piedi a terra subendo una brutta battuta d’arresto in casa con i rossoblu sardi. La storia si è ripetuta al ritorno con tutti quanti pronti a sostenere che il momento di guardare più in là di una salvezza certa fosse arrivato e già si parlava di parte sinistra della classifica ecc..ecc… Lo stesso Ventura, uomo di calcio navigato ed esperto, di solito prudente, avvertiva nell’aria quella voglia di migliorarsi che aveva preso un po’ tutti. Il Toro però deve fare, come al solito del resto, i conti con l’imponderabile che  questa volta ha assunto l’aspetto di un arbitro in linea con quelli che sistematicamente ci danneggiano e con un insolito protagonista negativo: Angelo Ogbonna!! Chi poteva immaginare un Ogbonna ancora così lontano dal giocatore abile a chiudere la strada verso la porta agli avversari, tanto da causare due calci di rigore e subire un cartellino rosso storico. Gli arbitri ci forniscono sempre grandi motivi per recriminare ma non devono essere alibi per noi. Le partite infatti vanno chiuse e anche ieri, con il risultato a nostro favore, abbiamo buttato via due o tre facili contropiedi per eccesso di sufficienza. Ventura insegni ai nostri attaccanti di non compiacersi troppo ed essere più cinici quando è ora di mettere un’ipoteca definitiva sull’esito della partita. Insegni anche che ormai in area gli attaccanti, quando vedono svanire la possibilità di segnare facile, allora cercano un qualsiasi contatto per cadere platealmente ed indurre all’errore il direttore di gara. Il difensore moderno deve sapere come affrontare queste situazioni poco sportive e i nostri forse non sono ancora preparati come testimoniano i dieci rigori assegnati contro di cui almeno sei sospetti (eufemismo).

Fulvio

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