venerdì 31 maggio 2013

NOI SIAMO LEGGENDA!!




Mio nonno portava mio padre al Filadelfia e, come la canzone, mio padre mi portava sempre al Comunale.       
Leggenda: “narrazione di un fatto, di argomento religioso, eroico o cavalleresco, in cui entrino molti elementi fantastici”, questa è la definizione del Vocabolario della lingua Italiana; in questa narrazione non ci sono fatti fantastici ma reali, anzi diciamo che ci sono fatti surreali, perché IL GRANDE TORINO era un gruppo di UOMINI NON COMUNI, sul campo e fuori. Eroi di uno sport che ha perso totalmente il senso etimologico della parola, etico e morale;  invaso da nuvole di personaggi viscidi, bramosi di denaro, corruttori che con questo gioco non avrebbero nulla a che spartire; ma, che  in realtà, stanno conducendo questo sport allo sbando sui binari della corruzione e della cupidigia.
Nessuna squadra al mondo ha mai rappresentato per il calcio tutto quello che è riuscito al GRANDE TORINO; ripeto NESSUNA (scusate il maiuscolo, ma è doveroso).

 Correva l’anno 1945, la guerra era finita, il nostro Paese sconfitto era un cumulo di macerie, nessuno voleva credere in Noi; e, invece, proprio grazie  allo sport……..insieme ai Miti del ciclismo Coppi & Bartali, alla Ferrari (quella di Enzo per intenderci!!) e al GRANDE TORINO abbiamo potuto offrire alla Comunità Internazionale quella credibilità per ricevere aiuti atti alla ricostruzione dell’italia.


Una dicitura dell’epoca riassume quanto sopra: “Proprio perché essendo un gioco di squadra ha dimostrava a tutti come un popolo di individualisti sapessero far fronte comune per dare vita al più bel complesso di calcio mai visto e mai più comparso su un campo di calcio”
Quelli di Venaria, il Real di Puskas, il Santos, la grande Honved, l'Inter di Moratti padre, l'Ajax di Cruijf,  il Milan del trio Olandese e del mago Sacchi, il Barca si Messi sono stati esempi  tecnici di alta scuola pallonara, però  
NESSUNO HA MAI EGUAGLIATO E MAI LO FARA’ IL GRANDE TORINO: SIAMO LA LEGGENDA MONDIALE DEL CALCIO, ORA E SEMPRE!!
UNA SQUADRA EPICA per i suoi tempi, con un gioco spumeggiante e una capacità di reazione invidiabile; i racconti che mi porto nel cuore sono di una compagine che con un solo sguardo, con uno squillo di tromba, con il gesto di Valentino Mazzola del rimbocco delle maniche, riusciva in un amen a ribaltare la situazione in campo vincendo frantumando agonisticamente gli avversari.                                                                                                                                                                                Valentino Mazzola, VALENTIN IL CAPITANO dei CAPITANI (colui che ha dato fede ai Ferrini, a Asta, a Cravero, a Brevi e ultimo ma solo per crologia a Bianchi) l’uomo che il grande Ferruccio Novo prese per farne il perno umano, di una squadra composta da talenti puri, da uomini che arrotavano lo splendido manto erboso del Fila (ancora adesso distrutto, rimane uno dei pochi campi decenti) con passione, con grinta, con amore verso questi colori oggi calpestati, disonorati da personaggi arroganti, presuntuosi e amanti del protagonismo che nulla hanno a che spartire con il VERO SENSO D’APPARTENZA A QUESTA MAGLIA, A QUESTI COLORI, AL NOSTRO SIMBOLO.

L'11 maggio del 1947, Vittorio Pozzo, il commissario tecnico della Nazionale, vestì dieci granata d'azzurro per una partita disputata a Torino contro l'Ungheria; (l’undicesimo convocato era il nostro portiere Bacicalupo che sedeva in panca; a difendere la porta c’era l’estremo difensore di quelli dell’allora Combi, oggi Venaria)                                                      I nostri  naturalmente vinsero, e avrebbero continuato a farlo sia in campionato sia in nazionale; ma  scese in campo il destino più tragico per fermarli, ma non per batterli, perchè quella squadra di grandi uomini e di grandi campioni è passata direttamente alla leggenda.


BACICALUPO, BALLARIN, MAROSO, GREZAR, RIGAMONTI, CASTIGLIANO, MENTI, LOIK, GABETTO, MAZZOLA, OSSOLA; solo a scrivere questa formazione mi vengono i brividi, pensate quando lo speaker del FILA comunicava le formazioni, che emozione, che phatos ; immaginate quelle casacche Granata che uscivano dal tunnel degli spogliatoi, la folla urlante che gridava all’unisodo TORO, TORO, TORO, TORO; ma, quello era una forza della natura. Certo qualcuno potrà obiettare che sono stati unici e che mai più ritorneranno, ma il Toro dello scudetto ’76, dei Sergio Rossi, dei Borsano con la finale UEFA e la vittoria in Coppa Italia a Roma contro tutto e tutti, ma non solo……..pensate solo al Toro della promozione post fallimento con i Brevi, Nicola, Muzzi, Ardito, Fantini, ect., non erano fenomeni però mangiavano erba e Toro, giocavano con il Cuore, con la passione, con ONORE perché avevano compreso quel’è lo spirito che aleggia in tutti i cuori dei veri tifosi GENETICAMENTE GRANATA, il cui DNA è particolare e non mutabile.              Questo pretendiamo, non vogliamo la Luna, non chiediamo scudetti o partecipazioni a competizioni Internazionali (anche se……capitasse!!), vogliamo una dirigenza che si identifichi nei nostri valori, un allenatore che esprima grinta e umile nell’ammettere i propri errori e che non starnazzi con commenti sempre uguali e senza senso, giocatori anche non dotati tecnicamente ma che sopperiscano con la grinta, con la volontà, con l’onore e, soprattutto, con l’entusiasmo e la passione di vestire una maglia gloriosa come la nostra ricordando che NOI SIAMO STATI, SIAMO E SEMPRE SAREMO LA LEGGENDA DEL CALCIO.
Come ho già scritto in spezzoni a commento di vari articoli sui siti Web, su Facebook o su Twitter; con la dipartita sportiva dell’ultimo dei giocatori simbolo D.O.C. BIANCHI il CAPITANO, l’uomo che battendosi il pugno sul Cuore sprizzava un granatismo coinvolgente e trascinante, umiliato da una dirigenza indegna, da un allenatore falso e pretestuoso, da un Direttore sportivo che dovrebbe che calpesta la nostra dignità di tifosi e la nostra storia; un trio che dovrebbe vergognarsi e avere l’umiltà di comprendere cosa vuol dire ESSERE GRANATA, IL SENSO D’APPARTENZA A UNA MAGLIA, AI COLORI, AI RICORDI, ALLA STORIA, LA FEDE (in senso laico) E IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO DELLE AVVERSITA’, DELLE TRAGEDIE, DEGLI ABUSI DI PALAZZO.                                                      Sig. Editore, Sig. Lacché e Sig. Lampadato vi chiedo a nome di TUTTI i veri Tifosi GRANTA di comprendere questo altrimenti non ci sarà futuro e sarete ricordati come coloro che sono riusciti a farci scomparire dal panorama calcistico; ma una cosa non riuscirete mai a cancellare che: NOI SIAMO LEGGENDA.

TESTA Domenico

Mail ricevuta e pubblicata con ORGOGLIO!
GRAZIE DOMENICO!

Lo STAFF di Cultura Granata

2 commenti:

  1. Destinati a vivere nel ricordo.Questo calcio non ci appartiene FVCG 12°

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  2. Bravo Domenico. Noi siamo la LEGGENDA! Vogliamo undici leoni che sputano l'anima ogni secondo dei 90 minuti e che portino al Cielo questa maglia, che sentano i brividi ogni volta che la indossano. Poi possiamo anche andare in B ma con undici Bianchi e nessun Ventura perche'noi siamo il Toro di Capitan Valentino e non una squadra: noi siamo "LA SQUADRA"

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