Salvi (forse) ma un grazie di cuore all’Udinese, alla
pessima stagione del Pescara, alla super penalizzazione del Siena ecc.. ecc..
Un pareggio e siamo fuori dal solito incubo. Una volta di
più una società precaria e un allenatore con grandi idee ma imbottigliato
nell’unico periodo positivo della sua carriera di allenatore legata ad un
campionato con il Pisa e due con il Bari, hanno regalato a questi colori
adorati da tifosi incredibili, pronti ad ingoiare il medesimo boccone amaro, un
altro di quei campionati incolori e con finale da cardiopalma. Strapazzati da
squadre come il Parma che in due partite ci hanno rifilato otto gol e strabattuti
da tutte le big, o pseudo tali, del campionato, impallinati da Cagliari e
Udinese. La mia fatica più grande, più ancora di quella di organizzare il
bilancio familiare o sopportare una situazione politica del paese sull’orlo del
collasso o superare i problemi dell’avanzare dell’età, è quella di spiegare a
mio figlio tredicenne perché è fantastico tifare Toro. Mi appello
all’ispiratore dei sogni notturni che tutti viviamo affinchè ispiri il nostro
presidente, il nostro Petrachi e il nostro allenatore, chiunque sia l’anno
prossimo. Solo un sogno illuminato può aprire gli occhi a costoro e li spinga
su una strada che è l’unica percorribile per risalire la china: costruire un
centrocampo composto da tre titolari di livello tenendo due o tre degli attuali
(Gazzi e Brighi). Non servono attaccanti top, basta sfruttare le
caratteristiche di quelli che si hanno e non avvilirli, come è stato fatto con
il nostro bomber principe, costringendolo a giocare contro natura. Come dicono
a Milano, visto che la nostra società ormai è da considerarsi la terza squadra
meneghina, diciamo “Uè Cairetto tira fora i danè se te vol fa i danè”. Considerato che non si tratta di ingenti
somme, la nostra sola speranza è che nella testa del buon Urbano scatti
qualcosa che gli faccia capire che solo investendo si hanno vantaggi. La 7
avrebbe grossi benefici se la squadra del suo azionista principale avesse una
grande visibilità. Non so più a chi appellarmi per poter avere qualche
soddisfazione sportiva legata al Toro. In sessant’anni di amore sconfinato e
appassionato posso dire di aver vissuto due stagioni esaltanti ma con finale
amaro ( biennio di Radice primi e secondi), una travolgente (rinascita della
passione cittadina con Giagnoni), due soddisfacenti con Mondonico e altre tre o
quattro serene con Rocco, un paio ai tempi di Rosato, Meroni e il mitico
Ferrini, e un paio con Mondonico con Lentini, Scifo, Casagrande, Cravero e
Martin Vasquez. Sono otto o nove in
tutto. Poco, pochissimo per alimentare un fuoco che si sta spegnendo a poco a
poco.
Fulvio
Caro Fulvio hai ragione da vendere, purtroppo nell'orizzonte granata non vedo nulla di buono.
RispondiEliminaL'Urbano tanto idolatrato dalle folle si e rivelato un'altro alligatore (braccine tanto corte da non poter raggiungere le proprie tasche). Qualche volta mi chiedo se non sarebbe stato meglio fallire e sparire...saremmo vissuti di ricordi e nostalgie...esattamente quello che stiamo faccendo ora.
Ma secondo Voi ci sara un qualcuno capace di ridarci il lustro che meritiamo?
Meditate gente, meditate.
GF