giovedì 9 maggio 2013

Salvi..





Salvi (forse) ma un grazie di cuore all’Udinese, alla pessima stagione del Pescara, alla super penalizzazione del Siena ecc.. ecc.. 



Un pareggio e siamo fuori dal solito incubo. Una volta di più una società precaria e un allenatore con grandi idee ma imbottigliato nell’unico periodo positivo della sua carriera di allenatore legata ad un campionato con il Pisa e due con il Bari, hanno regalato a questi colori adorati da tifosi incredibili, pronti ad ingoiare il medesimo boccone amaro, un altro di quei campionati incolori e con finale da cardiopalma. Strapazzati da squadre come il Parma che in due partite ci hanno rifilato otto gol e strabattuti da tutte le big, o pseudo tali, del campionato, impallinati da Cagliari e Udinese. La mia fatica più grande, più ancora di quella di organizzare il bilancio familiare o sopportare una situazione politica del paese sull’orlo del collasso o superare i problemi dell’avanzare dell’età, è quella di spiegare a mio figlio tredicenne perché è fantastico tifare Toro. Mi appello all’ispiratore dei sogni notturni che tutti viviamo affinchè ispiri il nostro presidente, il nostro Petrachi e il nostro allenatore, chiunque sia l’anno prossimo. Solo un sogno illuminato può aprire gli occhi a costoro e li spinga su una strada che è l’unica percorribile per risalire la china: costruire un centrocampo composto da tre titolari di livello tenendo due o tre degli attuali (Gazzi e Brighi). Non servono attaccanti top, basta sfruttare le caratteristiche di quelli che si hanno e non avvilirli, come è stato fatto con il nostro bomber principe, costringendolo a giocare contro natura. Come dicono a Milano, visto che la nostra società ormai è da considerarsi la terza squadra meneghina, diciamo “Uè Cairetto tira fora i danè se te vol fa i danè”.  Considerato che non si tratta di ingenti somme, la nostra sola speranza è che nella testa del buon Urbano scatti qualcosa che gli faccia capire che solo investendo si hanno vantaggi. La 7 avrebbe grossi benefici se la squadra del suo azionista principale avesse una grande visibilità. Non so più a chi appellarmi per poter avere qualche soddisfazione sportiva legata al Toro. In sessant’anni di amore sconfinato e appassionato posso dire di aver vissuto due stagioni esaltanti ma con finale amaro ( biennio di Radice primi e secondi), una travolgente (rinascita della passione cittadina con Giagnoni), due soddisfacenti con Mondonico e altre tre o quattro serene con Rocco, un paio ai tempi di Rosato, Meroni e il mitico Ferrini, e un paio con Mondonico con Lentini, Scifo, Casagrande, Cravero e Martin Vasquez.  Sono otto o nove in tutto. Poco, pochissimo per alimentare un fuoco che si sta spegnendo a poco a poco. 

Fulvio

1 commento:

  1. Caro Fulvio hai ragione da vendere, purtroppo nell'orizzonte granata non vedo nulla di buono.
    L'Urbano tanto idolatrato dalle folle si e rivelato un'altro alligatore (braccine tanto corte da non poter raggiungere le proprie tasche). Qualche volta mi chiedo se non sarebbe stato meglio fallire e sparire...saremmo vissuti di ricordi e nostalgie...esattamente quello che stiamo faccendo ora.
    Ma secondo Voi ci sara un qualcuno capace di ridarci il lustro che meritiamo?
    Meditate gente, meditate.
    GF

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