lunedì 19 dicembre 2011

Simoni, Dal Canto, Cuttone: la beffa che viene dalla nostra storia.

Dopo ogni sconfitta del Toro da anni vivo momenti di meditabonda confusione in cui la domanda che mi pongo è : come è  possibile? Come è possibile  perdere una squadra intera che sta dominando da anni in Italia e si  è ritagliata una notorietà mondiale fatta di stima e riconoscimenti, per un colpo vigliacco del destino che ti tende l'agguato in un pomeriggio di un giorno di maggio  sessantadue anni fa sul cielo di casa? Come si fa a risorgere dalle ceneri nel giro di pochi anni e quando ti riafacci al mondo che conta, perdere l'artista che tutti ti invidiano, simbolo di un mondo nuovo che sta nascendo e ripiombare nell'anonimato? Come si fa a riprendere il cammino, tornare a far sognare la tua gente, riassaporare il piacere della vittoria, lo scudetto,e pagarlo con la perdita di uno dei tuoi figli più cari, quel Giorgio che pareva essere nato da una costola degli eroi di Superga. Come si fa a risorgere nuovamente ed arrivare a sfiorare quella Coppa internazionale che manca nella bacheca societaria perchè i pali stregati dello stadio di Amsterdam tre volte tre  hanno sbarrato la porta della gioia  ad un popolo di romantici sognatori aggrappati ad una idea di pura felicità sportiva unica al mondo? Come è possibile che si venga abbandonati ad un destino immeritato, il fallimento, da quegli organi che come  riportato su una lapide posta là dove si schiantarono quegli uomini eroi di tempi in cui i valori parevano esistere,si sono dichiarati riconoscenti ad una società, il Torino, artefice in quegli anni di ricostruzione post -guerra mondiale, della rinascita dell' orgoglio di una nazione in ginocchio? Quanti altri punti interrogativi affollano la mia mente quando penso alle vicessitudini del Toro. Come vorrei che tutto rientrasse nella normalità; che sedermi davanti al televisore e assistere ad una partita di calcio della mia squadra del cuore fosse un fatto normale di una giornata normale di  normale svago e non un momento di sofferenza e tensione continua. Ci avete fatto caso che finora abbiamo perso tre partite: una contro il Gubbio, allenata da un certo Simoni ex giocatore e allenatore del Toro, una contro il  Padova allenato da Dal Canto ex giocatore di un Torino, quello di Sonetti, che cercava di uscire da un momento difficile del dopo Borsano e l'ultima contro il Modena di Cuttone, ragazzo del Fila con un vice che risponde al nome di  Longo,  giocatore importante del Toro FC di Cairo che tornò all'onor del mondo dopo un incredibile fallimento. Destino che ci attraversa la strada in continuazione ma che ogni volta invece di abbatterci ci da la forza di ripartire quasi che fra noi e il fato ci sia un patto tacito per cui più siamo vessati e maggiormente cresce la passione. Passione  coagulata intorno ad una squadra di calcio che per chi si ciba di questo amore semplice squadra non è  ma  contenitore di passione, valori, idee di solidarietà, antichi sentimenti che se è  vero che a volte sconfinano con una retorica fatta di un  vittimismo  non presente in chi ha come obiettivo vincere a tutti i costi ma si insinua in chi otto volte su dieci è veramente vittima.


Fulvio

Nessun commento:

Posta un commento