giovedì 13 settembre 2012

CLAUDIO SALA: il poeta!!!!

Ci sono giocatori simbolo di una squadra perchè sono destinati ad essere ricordati a lungo, per i valori dimostrati sul campo sia in qualità di professionista che in quelli di fuoriclasse perchè
il personaggio in questione è stato uno dei giocatori più forti della storia granata capace di trasformare la poesia in movimento, è stato soprannominato "il poeta del gol", lui è Claudio Sala.



Claudio Sala nasce a Macherio provincia di Milano  l'8 Settembre 1947, cresciuto nel Monza, fa il suo esordio nella stagione 1965-1966 ottennendo la promozione l'anno dopo in serie B.
Proprio perchè è un ragazzo di sicuro avvenire viene ingaggiato dal Napoli e prestato un anno in B, ancora al Monza, per maturare un pò e poi tornerà nella stessa squadra partenopea nel 1968 dove farà il suo esordio in serie A contro il Verona.
L'affermazione di Claudio Sala arriverà con la maglia del Torino che lo acquisterà dal Napoli per una cifra intorno ai 480 milioni, il presidente Orfeo Pianelli metterà a segno un vero e proprio colpo di mercato, perchè intorno a lui il Torino riuscì a costruire una grande squadra, fatta di giocatori importanti del calibro di Pecci, Zaccarelli, Pulici, Graziani, Castellini che lo porterà a vincere lo scudetto nel 1976.
Claudio Sala giocava come rifinitore ed era dotato di un palleggio irresistibile riuscendo a tirare fuori dal cilindro la giocata dell'autentico fuoriclasse, perchè aveva nel dribbling la sua arma vincente, un vero e proprio numero 10.
Lui era da numero 10, ma l'allenatore Gigi Radice non gli attribuì quel numero di maglia perchè scelse di far giocare Claudio sulle corsie laterali, puntando sulla sua straordinaria capacità di saltare l'uomo; intuizione che si rivelò azzeccata, infatti era proprio dalla corsia laterale che arrivava lo spettacolo perchè Claudio riusciva a sfoderare tutta la sua classe ubriacando difensori con finte e dribbling e pennellando cross da mettere in rete, lo dimostrano infatti i gol a grappoli realizzati dai "gemelli" Pulici e Graziani.
Claudio riusciva a giocare sia a destra che a sinistra, per lui non faceva alcuna differenza, il suo talento indiscusso lo si poteva apprezzare da ambo i lati, e dire che rimase male quando gli fu tolto il numero 10!!! Claudio Sala grazie alle sue giocate geniali fu battezzato dalla curva Maratona come il " poeta del gol".
Con la maglia del Torino colleziona 365 presenze e 31 gol, vincendo la Coppa Italia nel'anno 1970-71 e lo scudetto del 1976, sfiorato anche l'anno successivo e svanito per un solo punto di distacco dalla Juventus.
Il Toro di Radice porterà fortuna a Claudio Sala perchè conquista la maglia azzurra e partecipa al Mondiale argentino nel 1978 e colleziona 23 presenze e due reti, l'unica sfortuna di Claudio è quella di trovare sulla sua strada un altro straordinario talento di sponda bianconera di nome Franco Causio, due anni più giovane di lui a cui Bearzot gli consegnerà in Nazionale il ruolo di tornante, lasciando al granata poche presenze.
Ma per il resto la carriera di Claudio Sala resta fatta solo ed esclusivamente di luci e di poche ombre (forse quella della Nazionale), perchè rappresentava il Toro essendone il capitano oltre ad esserne la bandiera, ed è attualmente perchè è uno dei punti di riferimento della tifoseria granata.
Claudio Sala conclude la carriera di calciatore (dopo undici stagioni nel Torino) nelle fila del Genoa in serie B dove ottiene la promozione.
Infine intraprende la carriera di allenatore nel settore giovanile del Torino conquistando due tornei di Viareggio nel 1995 e nel 1998 ed una Coppa Italia nel 1999, ridando successi e speranze a quei giovani che avrebbero potuto essere il futuro del Toro.

Claudio Sala rappresenta ancora ora l'anima del Toro, giacchè ha messo trent'anni di onorata carriera al servizio della squadra essendo stato calciatore, tifoso e allenatore del settore giovanile, diventando una bandiera e simbolo di quel Toro del dopo-Superga, un idolo indiscusso di quella curva Maratona che ha passato tanti pomeriggi di incantevole piacere ad apprezzare le doti di autentico fuoriclasse.
Lui resterà tra i più forti giocatori della storia del calcio italiano, un calciatore da raccontare e da dare in pasto agli appassionati del bel calcio quello fatto di ricordi e di vere emozioni, da far conoscere alle nuove generazioni.

DFB

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