lunedì 22 ottobre 2012

Io mi sono divertito e vi spiego perchè.


 Classica partita da trasferta difficile affrontata con il giusto atteggiamento di chi sa difendersi con ordine e cerca di colpire alla prima occasione. Detta così sembrerebbe che quella al Barbera sia stata
una banalissima partita disputata da una squadra, il Palermo, proiettata in attacco per far bottino pieno di fronte al proprio pubblico, contro un Torino votato a difendersi e tentare il colpaccio in contropiede. E' stato molto di più. Innanzitutto c'è da dire che il Palermo adesso è un'altra squadra rispetto alle prime partite di campionato. Gasperini ha cambiato completamente il volto della sua squadra nella quale cominciano a vedersi i frutti di un lavoro che tende a recuperare meccanismi di gioco che si erano persi. In secondo luogo il Torino si è presentato in Sicilia privo di tre titolari difensivi del calibro di Darmian, Glick e Ogbonna eppure, nonostante i telecronisti ci abbiano descritto la prova dei palermitani come fossero i blaugrana del Barcellona, una sola volta in novanta minuti gli avanti si sono presentati a pochi passi da Gillet. E' stato verso la fine del match quando con un perfetto inserimento alle spalle della difesa granata, Ilicic ha colpito malissimo mettendo a lato di un paio di metri alla destra del portierone belga. Per il resto della partita la nostra difesa bis ha tenuto alla larga dall'area gli avversari che meritano gli applausi per quattro o cinque conclusioni da fuori area insidiosissime. Ma da applausi sono state le risposte di Gillet, il quale dispone di uno stacco da terra impareggiabile grazie a due gambe che sembrano due molle e gli permettono di superare il gap costituito da un'altezza non eccezionale. Mi piace pensare che se il portiere della nazionale azzurra avesse le gambe del nostro belga, sarebbe un mostro, invece, è una mia personale convinzione, proprio nella scarsa forza propulsiva degli arti inferiori sta il tallone di Achille del numero uno dei portieri italiani. Tornando alla partita dobbiamo riscontrare che sull'altro versante, il Toro ha costruito almeno tre palle-gol che solo un generoso ma non ispiratissimo Bianchi ha sciaguratamente  sciupato. Se avessimo vinto non avrei gridato allo scandalo perchè certe partite devono essere lette così e solo così si possono vincere. Sì mi sono divertito, ho temuto la sconfitta ma mai disperato di poter anche vincere. Questo è il Toro di cui vi ho parlato alla vigilia di Palermo-Torino. Un Toro attento e conscio della propria forza oltrechè pronto a fare quadrato per sopperire ai difetti nei momenti difficili. Si segna pochissimo anche per la mancanza di imprevedibilità dietro le punte e in questo senso sarebbe ora che Cerci desse il suo contributo, ma questo sarà il nostro limite per tutta la stagione. Da sottolineare la sorpresa piacevole della prestazione di Rodriguez e le continue conferme che arrivano da DiCesare e D'Ambrosio. Con negli occhi lo spettacolo dei voli vincenti di Gillet aspettiamo il prossimo appuntamento di campionato con la convinzione che Ventura tiene la squadra con gran polso e la certezza che con il gran lavoro che fa fare ai suoi giocatori primo o poi i risultati arriveranno.

Fulvio  

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