venerdì 2 novembre 2012

Uffa!!!



Vi prego di essere pazienti con me perchè state per sorbirvi l'ennesima mia critica al modulo offensivo adottato dal Toro. Purtroppo non mi riesce facile condividere un atteggiamento tattico che prevede due autentiche punte centrali e due punte esterne alle quali si chiede di dare anche copertura sulle fasce. In primis ci sono giocatori di fascia che non hanno nelle loro corde particolari attitudini a difendere e quindi se lo fanno hanno una resa insufficiente. Questo vale per Stevanovic, Santana e Cerci, nessuno può dire il contrario. La nostra fase offensiva, se si basasse sul lavoro degli esterni, avrebbe come obiettivo finale una conversione del gioco dagli esterni versola porta avversaria con cross o tagli verso il centro. Tutto questo presumerebbe uno sviluppo delle azioni velocissimo come si è verificato in due occasioni, quella di Cerci sul finire del primo tempo, e quella conclusasi con passaggio di testa di Santana al portiere biancoceleste. La prima, ad un attento esame, è del tutto simile per la rapidità e soprattutto per la verticalizzazione, a quella che l'anno scorso ci ha portato alla vittoria a Genova con il gol di Bianchi. Questo per dire che sono queste le azioni che possono dare risultati viste le forze a disposizione dell'allenatore. Si tratta di saper gestire al meglio le cosiddette ripartenze. Per fare ciò necessitano forze pronte e non certo logorate da un continuo andarivieni su e giù per i corridoi laterali (gli esterni) o fiaccate nelle gambe per i cento salti in alto a prendere e dare spallate ai difensori avversari su palloni alti catapultati verso di loro (le punte centrali) dopo uno sterile possesso di palla svolto nelle retrovie. Le squadre di rango che praticano il possesso di palla hanno là davanti una sola vera punta e uno o due mezzepunte che agiscono alle sue spalle spostandosi sulle fasce e facendo spazio ad uno dei centrocampisti per gli inserimenti. Il possesso di palla si fa quindici o venti metri  più avanti, proprio là dove la difesa avversaria non può permettersi errori e gioca sotto continua pressione. Ci lamentiamo per i pochi rigori accordatici ma se entriamo in area al massimo quattro o cinque volte al massimo per partita come possiamo alzare la media dei rigori ed anche quella dei calci di punizione diretta? Ieri sera dietro a Klose e Rocchi giostravano Mauri e Candreva che facevano girare la palla sfiancando gli stoici Gazzi e Brighi costretti a muoversi orrizontalmente per coprire anche su Gonzales e Cana. Come pretendere che non ci scappasse il gol? Vorrei sapere quanti di voi avrebbero puntato un solo euro sulla possibilità che i nostri avanti, stravolti dalla fatica del gran lavoro svolto a ripiegare sui portatori di palla fino al limite della nostra area, potessero andare in gol negli ultimi venti minuti. Per noi invece l'ultima parte della partita, dopo il pareggio, è stata un'agonia con Rocchi che in almeno due occasioni ci ha graziato. Ripeterò all'infinito che abbiamo una squadra che si muove con schemi ben definiti a differenza degli anni scorsi e ripeterò all'infinito che spero e attendo sempre che i fatti smentiscano le mie paranoie ma continuo a sostenere che questo modulo non rappresenta il meglio per noi. Mi piacerebbe dibattere, con voi in tutta serenità,  su quale potrebbe essere il sistema di gioco migliore, considerando la rosa attuale, che dovrebbe adottare il Mister di Genova.

Fulvio

Leggi gli altri articoli di Cultura Granata sulla sfida con la Lazio alle pagine:

http://culturagranata.blogspot.it/2012/11/lazio-toro-top.html


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http://culturagranata.blogspot.it/2012/11/lazio-torino-1-1-le-pagelle-dei-granata.html

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