martedì 12 marzo 2013

Dalla Norvegia con Amore.




Tempi non rosei per il Toro, qui dal cielo di Superga siamo d’accordo nel dire che quella di Ventura ci sembra una squadra poco affamata, che non chiude le partite quando ne avrebbe l’opportunità e che se è così è giusto che si sudi la salvezza fino all’ultima giornata. Abbiamo perennemente la sensazione, nel vedere giocare il Toro, che se qualcosa può andare storto andrà storto. Ultimamente Capitan Mazzola ed io incominciamo a tremare quando il Toro va in vantaggio, lo vediamo sprecare palle gol che chiuderebbero la partita e invece inesorabilmente capitola in condizioni in cui una squadra matura saprebbe gestire a proprio vantaggio. L’amaro in bocca mi fa quasi dimenticare quel Signore anziano norvegese che con la sua famiglia è venuto a vedere Torino – Atalanta, sì, avete letto bene: dalla Norvegia, a quel Signore non è necessario spiegare la differenza tra Toro e Juve, mostra con orgoglio il suo berretto granata a chiunque. Conosce benissimo la storia degli Invincibili e non gli sembra vero poterne parlare mentre i suoi occhi brillano sotto quella pelle raggrinzita dalla vecchiaia;  anche Bacigalupo è rimasto a bocca aperta a sentir parlare di loro in lingua Inglese, i ragazzi qui ogni volta rimangono commossi nel constatare quanto amore li circondi ancora mentre Gigi (Meroni) sorride senza farsi notare troppo, in fondo lui è un artista e certe emozioni sono riservate alle persone normali. E’ lì che imbratta tele senza sosta e spesso i suoi lavori vengono giudicati dall’occhio severo di Giorgio Ferrini che l’ultima volta gli ha detto: “Ma come mai c’è sempre il colore granata nei tuoi quadri?”. Gigi fa il sostenuto, ci ripete sempre che lui non ha solo il Toro (solo????), lui dipinge, ascolta i Beatles, mica può passare tutto il suo tempo a seguire questi ragazzi. Lui sì, era un vero ribelle, mica come questi qui che pensano solo a tatuarsi e fidanzarsi con le veline, salvo poi ogni tanto chiedermi se so quando trasmetteranno la Fiction dedicata a lui. Si sa in fondo che gli artisti sono narcisi…

Pietro Micca

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