lunedì 21 maggio 2012

La libidine..

Libidine ( dal latino libidinem dalla radice onde lib-ère ) : far piacere , appetito disordinato di lussuria o d'altra cosa, desiderio sfrenato.

Scriveva due anni or sono un fedelissimo tifoso del Bari su un forum:

" Il Prof.Ventura, specialista in libidinologia con pluriennale esperienza nella cura di apatia causata dal catenaccio, consiglia di guardare il Bari per raggiungere uno splendido caso di libidine*
( test clinici fatti su un campione di 20.000 spettatori hanno dimostrato che guardare il calcio spettacolo una volta a settimana produce libidine nel 100% dei casi. Riscontrate reazioni allergiche isterico-convulsive negli avversari )

Era l'8 giugno 2011. Papa Benedetto XVI era in visita per la prima volta in Croazia, era il giorno in cui i grandi network dei contenuti digitali preannunciavano una giornata di test per le comunicazioni su rete IPv6.

Era anche il giorno in cui, in una sala dell'Hotel Sitea di Torino l'intero mondo granata, dalla Finlandia al Brasile,si sentiva dire da uno stimato allenatore genovese : "Allenare il Torino per tornare in serie A è libidine pura ".

In quel preciso istante miliardi di occhi si produssero in un movimento acuto di spasmo oculare.
Migliaia di dita presero a sfogliare pagine e pagine di dizionario alla ricerca di quel termine che dalle orecchie proprio non voleva togliersi: libidine.

Il risultato di tale dichiarazione portò a pensare che dopo anni di triste dafaiance di risultati di gioco, di mancati godimenti ed eiaculazioni precoci ai goals e alle azioni in tinta granata, quel genovese della Zena Blucerchiata, con quella dichiarazione, avrebbe ben presto rischiato di soffiare il posto a molti comici di fama internazionale. E ciò lo dimostra il fatto che, proprio mentre il termine "libidine" rieccheggiava in sala per la prima volta, un nutrito gruppo di tifosi inviperiti contestavano pesantemente a pochi passi dall'Hotel , imprecando su Petrachi, su Cairo e su quella dannata sorte che li aveva fatti diventare inguaribilmente granata.
Tutto ciò mi fa ricordare ( e mi scuso anticipatamente se mi permetto questo azzardo ) la caduta di Berlino per mano sovietica, e gli ultimi giorni di Hitler che, dal suo bunker, proclamava l'imminente vittoria del popolo tedesco nel mentre questo stesso stava sopperendo ai bombardamenti in città.
Tornando a noi, il giorno seguente la presentazione di Ventura, la Torino granata si era svegliata cosciente del fatto che anche i più autorevoli quotidiani sportivi erano rimasti ipnotizzati da quel latinismo trasformato in neologismo venturiano, un tempo mai più azzeccato dopo la vittoria del suo Bari contro la "Gobba".
Così intitolavano quel giorno :

" Ventura : allenare Torino libidine pura." ( La gazzetta dello sport)
" Ventura : allenare il Torino è una libidine " ( Tuttosport )
" Ventura : allenare il Torino per portarlo in serie A è libidine pura "( Corriere dello Sport )

Da quel giorno in molti capirono che a nulla erano serviti gli specchi magici tanto declamati dagli ex condottieri di quel torello. A nulla era servito convincere gli scettici che quello stesso torello,se messo davanti allo specchio magico, poteva tramutarsi in Toro anche quando camminava sul campo di Siena, anche quando permetteva gloria al Varese,al Novara, al Cittadella.
Il Toro, secondo il tecnico genovese, doveva "calarsi le braghe" davanti ai propri tifosi e depurarsi da quella melma di arroganza e presunzione propria dell'aristocratico decaduto. Detto in termini "tintobrasseschi" , Ventura aveva il compito di saper far eccitare un ventenne mostrandogli una ottantenne in guepière ( depravati a parte ).Il Toro doveva tornare ad essere della gente e tra la gente. Un concetto, un ideale, un'esperienza d'altri tempi.
Stevanovic, Verdi, Oduamadi, Glick, Ogbonna, Darmian, D'ambrosio, Suciu, Chiosa. Il Toro diventa giovane e provinciale. Pare quasi di rivedere i granata del '49 agli ordini di Giuseppe Bigogno.
La libidinem prende pian piano forma. Quegli avversari, un tempo macigni insormontabili, ora sono piccoli birilli da dribblare e scartare. Nella propria piccolezza da provinciale ci si riscopre grandi.
E allora che si lasci pure spazio alle dichiarazioni di guerra dei tecnici avversari, dei proclami di imminente vittoria delle squadre date per favorite.

Ma quando la palla ha gonfiato la rete..quella rete..nello stadio..proprio in quello stadio a tinte blucerchiate...

Il Toro vince dopo 18 anni in quel Marassi, eguaglia il record di vittorie in trasferta consecutive,come un certo Erbstein. Ma Ventura davanti alle telecamere non sorride. Analizza, commenta..poi si defila.
Chiamatela arroganza. Chiamatela umiltà.

...ma anche questa è libidine.



 Lion





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