sabato 16 giugno 2012

CARTOLINE DAL PASSATO IL PERSONAGGIO DEL GIORNO:LUIGI MERONI





Ci sono persone destinate a scrivere la storia pure per un tempo breve, ci sono persone simbolo e vere proprie icone, ci sono persone che diventano un punto di riferimento forse per un lato caratteriale diverso dal solito che può rappresentare una novità, ci sono persone destinate a rimanere nel cuore della gente a regalare emozioni perchè hanno una grande dote quella del puro fuoriclasse, uno di questi
è LUIGI MERONI.

Luigi Meroni rappresentato come l'eroe del dopo Superga e denominato la farfalla granata è nato a Como il 24 febbraio del 1943 e si spense il 15 ottobre del 1967, quest'ultima data ha rappresentato uno dei tanti tragici momenti della storia del calcio e sopratutto di quello granata oltre a Superga.
In campo è stato un vero e proprio fuoriclasse, arrivò al Torino nel 1964, Nereo Rocco non potè ignorarne il suo eccezionale talento, risultava veloce e imprevedibile, un'ala esterna dotata di una tecnica sopraffina fuori dal comune riusciva a mettere in condizione i compagni di squadra di segnare, senza nessun tipo di egoismo, quando sentiva il piede caldo riusciva a fare giocate personali da manuale del calcio.
Non ha segnato molti gol per la verità, ma quelli che ha realizzato sono stati tutti di pregevole fattura come quello all'Inter del 12 marzo 1967 e anche quello realizzato in Nazionale il 12 giugno 1966 contro l'Argentina, quella partita la si giocò proprio a Torino.
Luigi Meroni è stato uno dei primi calciatori a rappresentare l'immaginario del calciatore copertina, quelli che finiscono con l'essere vittime del gossip ma di lui se ne ricorda il ragazzo dal viso buono,la sensibilità,  l'altruismo e la generosità della persona vera. e non di quei finti eroi del calcio di oggi, in lui c'era la genuinità, l'intelligenza e il cuore di un vero e proprio atleta.
Ne riscontriamo la differenza non per cadere nel paragone col calcio di oggi, e perchè prima nel calcio c'era spirito di gruppo, un coinvolgimento totale ed un forte attaccamento al lavoro ed una piena disponibilità verso i compagni di squadra e verso l'allenatore e tutte queste componenti proprio Meroni le aveva in sè.
Una delle particolarità di questo ragazzo dal cuore buono è la sua fedele gallina che imbracciava per le strade della città, se vogliamo anche una cosa inusuale e a dirla tutta pure leggermente comica, però che lo ha distinto come la persona fuori dagli schemi di tutti i giorni, una persona che riusciva a catturare l'attenzione della gente.
Luigi Meroni aveva una ragazza di nome Cristiana, conosciuta per caso, detta la ragazza del luna park  è stata la donna della sua vita, una storia fuori dalle telecamere, una storia figlia di altri tempi e conclusasi tragicamente.Per Meroni, Cristiana fu la musa ispiratrice, la ragazza con cui vivi una vita fatta nell'intimità, erano molto legati ma non si sono mai potuti sposare e lei è stata il soggetto dei suoi quadri, giacchè Luigi aveva una particolare inclinazione per la pittura.
Tornando al Meroni calciatore, nell'ultimo periodo della sua breve carriera in cui realizzò tanti gol, ci fu l'interesse della J*ntus che offrì 700 milioni per strapparlo al Toro del presidente Orfeo Pianelli (cifrà da far girare la testa a quei tempi) che accettò perchè la situazione economica non era certo delle migliori, ma la piazza si ribellò con minacce di tutti i tipi costringendo il presidente Pianelli a spedire alla Juve un altro granata doc con lo stesso nome Luigi Simoni.
Ma pure Meroni legato al Toro per sempre nessuno poteva mai pensare che si sarebbe tutto potuto consumare in quella notte del 15 ottobre del 1967; dopo l'incontro vinto dal Torino contro la Sampdoria per 4-2, Meroni (convinto dall'amico-compagno di squadra Poletti) lasciò il ritiro post-partita della squadra prima del termine e dirigendosi verso il bar, che frequentava, attraversò in maniera avventata Corso  Re Umberto 46, percorse la prima metà della carreggiata, fermandosi cercando un momento buono per passare nell'intenso traffico, dalla sua destra arrivava rapidamente un 'auto Fiat 124 Coupè, Poletti fu preso di striscio, ma il povero Meroni fu colpito in pieno alla gamba sinistra e sbalzato in aria dall'impatto, cadde per terra dall'altra parte della carreggiata, per poi venire travolto da  una Lancia Appia.Meroni morì poche ore dopo all'Ospedale Mauriziano dove venne portato da un passante di nome Giuseppe Messina.
Il caso voleva che alla guida della Fiat 124 Coupè c'era un dicianovenne neopatentato di buona famiglia figlio di un medico gran tifoso del Toro e di Meroni e il destino lo porterà a diventare il presidente del Torino nel 2000 e nel 2005 lo portò al fallimento, Attilio Romero.
20.000 persone parteciparono al funerale del campione e la città ancora una volta era in lutto, la settimana dopo si giocava il derby con la Juve ma la rabbia e la disperazione di aver perso un Mito del calcio era così tanta che il Toro rifilò quattro gol ai cugini juventini con tripletta di Combin che giocò con la febbre e di Carelli che sostituì nel ruolo proprio Meroni.Un derby giocato nel silenzio, un elicottero lanciò fiori per tutto il campo di gioco, ed è stato uno dei derby che hanno scritto la storia del calcio per una serie di avvenimenti catturati nel giro di una settimana per la scomparsa del povero Gigi.
Purtroppo pure essendo legato ai colori granata il presidente allora ragazzino Attilio Romero non fu mai accettato e preso in simpatia dalla tifoseria granata, tantè che nel 2000 ci furono aspre critiche dei tifosi che attribuivano al presidente la responsabilità dell'accaduto.
Di Meroni si parlava se ne parla e se parlerà ancora perchè a lui sono dedicati dei libri, Luigi Meroni lo si racconta perchè si parla delle sue gesta si parla del campione si parla dell'uomo e dello sportivo quello vero e non costruito dai giornali e dai media, si parla di quel calcio genuino apprezzato dalle famiglie.
Luigi Meroni rimarrà per sempre nei cuori di quei granata che non dimenticano, di quelli che si fermano a pensare e di quelli che versano pure una lacrima perchè hanno vissuto le emozioni che solo un campione come lui ha potuto lasciare.... perchè le hanno veramente vissute e  le porteranno sempre con loro per non essere abbandonate mai.


DFB

1 commento:

  1. Wow! che bell'articolo! complimenti allo scrittore, perché non si è limitato nel descrivere le sole grandi doti del giocatore, ma ha anche saputo narrare la sua vita in un modo molto bello, grandioso e drammatico...
    Complimenti!

    Luigi Meroni R.I.P.

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