martedì 22 gennaio 2013

Alta e bassa marea...




Purtroppo a Torino, sponda granata, il flusso degli stati d’animo sia dei tifosi che della critica segue da sempre gli alti bassi delle fasi lunari, in questo caso dei risultati. Ventura e i suoi ragazzi hanno dato vita a prestazioni disgustose ( Genoa, Catania per non parlare del Derby o del Milan) e allora giù con le sentenze definitive dei super critici e dei pessimisti, oppure sono arrivati risultati positivi (Chievo, Siena) ed anche convincenti (Pescara) ed allora già si parla di Europa. Continuiamo a ragionare intorno alla proposta tecnica che Ventura ha portato al Torino senza farci sconvolgere dai momenti positivi e senza nemmeno farci travolgere dai momenti difficili che sono sempre in agguato. Abbiamo sempre detto che l’aver dato una fisionomia di gioco ben collaudata e precisa, con movimenti, seppur ripetitivi e prevedibili , comunque efficaci, rappresenta il grande merito del Mister . Su questo suo modo di far calcio, sull’usato sicuro di cui si avvale, si sono poste le basi per un ritorno in serie A, non trionfale ma comunque senza affanni e si stanno materializzando le premesse per un anno di assestamento nella massima divisione. Abbiamo anche detto, però e lo diremo ancora con la stessa convinzione antecedente  le ultime quattro partite, quelle dei dieci punti serviti a allontanarci dalle zone pericolose della classifica, che bisogna guardare al futuro con maggior coraggio e maggiori investimenti per tornare ad essere una buona squadra di classifica medio-alta. Servono sempre fluidificanti mancini all’altezza, due centrocampisti di razza e la certezza di giocatori affidabili caratterialmente. Le critiche servono a crescere se sono costruttive, le lodi sperticate e irragionevoli (non dimentichiamoci che abbiamo sempre vinto con squadre dietro di noi in classifica e mai contro chi ci stava davanti) sono propedeutiche alle delusioni.  Nel nostro campionato c’è di bello che ogni domenica porta un esame e il prossimo a San Siro con l’Inter capita a proposito. Disputare un'ottima partita nel tempio del calcio italiano è senza dubbio un segnale importante ma non decisivo per aspirare a grandi traguardi da quest’anno (questo va detto per gli ultra entusiasti dell’ultima ora), ma tornare da Milano con zero punti in paniere non sarebbe una catastrofe ma una dimostrazione  che c’è ancora tanto da fare  per salire di un gradino nella scala dei valori calcistici nazionali (e questo è detto per i pessimisti).

Fulvio   

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