domenica 2 ottobre 2011

POTREBBE ESSERE LA FINE DI UN INCUBO



Memorizziamo il 30 settembre 2011 come il giorno della fine di una brutta storia e l'inizio della costruzione di qualcosa. Sì sig. Ventura ieri sera ho goduto ma non perchè la palla frullava o perchè mettevamo sotto con un gioco arieggiante ed avvolgente l'avversario ma perchè ci ha fatto vedere una squadra che aldilà delle difficoltà create dalla Samp in uno stadio che ci è nemico al cento per cento in tutte e due le versioni (sì anche quella rossoblu è una squadra nemica, non scordiamocelo), abbiamo dimostrato di avere un ottimo impianto di gioco, una grande coesione di intenti, finalmente un centrocampo ragguardevole (viva Iori) ed una difesa che con alcune correzioni può diventare il punto di forza della squadra. Bravo sig. Ventura, mi ha stupito per la seconda volta di seguito con le sue mosse azzardate ma efficaci. Forse il segreto di quello che sta accadendo è un segreto di pulcinella e cercherò di spiegare un mio convincimento maturato nell'euforia del dopo partita. Nel nostro microsistema che ruota attorno al Fila e a Superga e si nutre delle tragedie di Mazzola,Meroni e Ferrini si è svilupato un pessimismo distruttivo che ha condizionato tutti gli allenatori avvicendatisi alla guida tecnica del Toro. Soprattutto quelli che sono cresciuti in questo clima denso di nubi scure come i vari Ezio Rossi, Camolese, Novellino e il recentissimo Lerda. 


L'azzardo di sostituire un tornante con un centravanti è parso subito a me che di questo pessimismo mi nutro da anni, come il presagio di una inevitabile sconfitta. Ventura invece è immune da queste paranoie pregresse. In quel momento penso abbia intravisto la possibilità di colpire una squadra che non riusciva far breccia e iniziava a dar segni di nervosismo è si è inventato Antenucci sulla fascia ed ha avuto ragione. 


Un'altra considerazione mi è balenata nella mente ieri sera mentre con ancora un sorriso ebete sulla bocca mi lavavo i denti per andare a dormire stanco morto: e se questa scoperta di Antenucci largo a pendolare dietro Bianchi fosse il suo ruolo? Mirko, a differenza di Rolly ed Eba, ha dribbling e scatto secco che gli permetterebbero di saltare l'uomo e verticalizzare qualora avesse spazi più ampi a disposizione perchè le sue caratteristiche sono esaltate con palla a terra e fronte alla porta avversaria e non quando è costretto a battersi in fazzoletti di prato in  mezzo a difensori che lo sovrastano fisicamente. Così mi è parso in quei venti minuti che hanno cambiato il corso della gara. Prima della partita con la Samp dissi di stare tranquilli che quest'anno ci siamo oggi direi che ci siamo e se ne sono accorti tutti.

Fulvio

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