lunedì 5 settembre 2011

DALLA PARTE DEL TORO


Aggiornarsi. Continuamente.
L'odore dell'inchiostro sulla carta. Quello di un libro fresco di stampa. Variopinte gomme per cancellare i più vergognosi errori. Le biblioteche con un'infinità di volumi e quegli scaffali che a guardarli ti senti piccolo e minuto, ma al sicuro come non mai; l'immersione in quel silenzio frastornante.

Malinconico vecchiume.
Ora ci sono i programmi di videoscrittura, gli eBook, i motori di ricerca... E se non ti aggiorni rimani fuori dal mondo. Al passo con i tempi, si suol dire.
Certo, a volte i tempi son quel che sono. E se non sono tutto rosa e fiori, volenti e dolenti, si mettono da parte le diavolerie elettroniche troppo giovani anche per un giovane e si torna a ciò che ci ha resi quel che siamo.
Quell'odore dolciastro che ti fa pizzicare il naso, sai che non dovresti respirarlo eppure lo inali avidamente perchè ti fa sentire vivo come non mai. I mille colori che ti circondano, ognuno sceglie i suoi preferiti, ma alla fin fine uno solo è il predominante; quello è sacro e, sventolato fino allo sfinimento, mette tutti d'accordo. La moltitudine; più ce n'è e meglio è, perchè sentirsi una goccia in mezzo ad un oceano può spaventare, ma un oceano di gocce è temibile quanto un toro che carica. E quel frastuono a 110 decibel manco fosse un concerto rock.  Andare allo stadio, che gioia che era...
Eppure bisogna aggiornarsi. Sognare va bene, ricordare altrettanto. Ma se si rallenta troppo si rischia di rimanere indietro. Ora non è più una gioia.

Al passo coi tempi. Multimedialità. La manna del pigro. Quando quattro minuti di filmato valgono più di milioni di parole.
Perdere sul campo è molto male, ma perdere nella vita di tutti i giorni è molto peggio. Se è vero che il Toro ha già troppi nemici che cercano di annichilirlo, sfinirlo e vigliaccamente ucciderlo, ha senso giocare a far Caino?
Il video si schiera da una parte soltanto: dalla parte del Toro.
Una corsa sfiancante al termine di una partita sfibrante, verso quella curva che Asta sentiva sua perchè qualche anno fa era ancora una casa per tutti: grandi, piccoli, ottimisti o pessimisti.
Il Toro, quello che incorna, è la sua gente. Il Toro è Torino, agli altri la città della Mole sta stretta. E quando mancano le parole un gesto, ma quello soltanto, racconta al meglio uno stato d'animo: alzare una sedia, signori che valvola di sfogo... Non sarà una galanteria, forse si passerà un po' per uomini delle nevi, ma almeno non per abominevoli, non fino a quando il gesto rimarrà soltanto tale. A voglia a dire che esser del Toro significa essere veri e veraci, come quei campionissimi la cui storia sembra la trama d'un romanzo... Pardon, aggiornarsi: di un kolossal hollywoodiano. Ad esser genuini si può far tutto: contestare, marciare in migliaia. Tutti insieme, ma tutti in pace. Contro chi? Contro tutti. Perchè, lo diceva l'uomo della sedia, "le altre squadre non hanno la Juve, perciò è chiaro che quando sei del Toro sei contro tutto e tutti". Contro la Juve, contro chi sostiene la Juve, che siano gli arbitri, che siano i politicanti, che sia la Fiat, che siano i capitani di ventura alla Moggi, che sia la stampa cittadina troppo intenta a lisciare il pelo bianconero per raccontare la verità... Sia quel che sia, purchè ci si ricordi che il Toro è una forma di cultura e la cultura non ammette l'inciviltà.
Quindi se hai un'idea simpatica, se vuoi proporre qualche iniziativa alla società, se vuoi semplicemente assicurarti che il granata sia ancora per tutta Italia il colore della passione genuina ed una scelta di vita da tramandare ai propri figli... Per queste e mille altri ragioni spendi due minuti della tua vita ed unisciti a noi, mandando un e-mail all'indirizzo rivoluzionegranata@yahoo.it, perchè laddove il singolo non può arrivare ci pensa la moltitudine: magari schierata come un Toro in carica.

Buona visione,
Paolo.

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